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RECENSIONI   /   cinema   /   La grande bellezza

(giovedì, 30 maggio 2013)

La grande bellezza. Una recensione sparsa. Alla fine l’ho visto la grande bellezza. Dopo che tutti ne hanno parlato, straparlato e hanno raccontato tanto, troppo della trama. Molte delle recensioni che ho letto non hanno molto a che fare con criteri strettamente cinematografici, ma con problemi personali. In altre parole: siccome non mi piacciono gli ambienti rappresentati, non mi piace il film. E’ troppo facile e nelle critica delle nostre parti mi ha un po’ stufato. Se sei un critico (lo sei?)  parla in termini cinematografici, non come se fossi al bar dello sport. Ma tant’è… questo è il trend in Italia. La grande bellezza è un film fastidioso, a tratti difficile da guardare. Per certi versi è come un horror: sai quello che sta per succedere ma non riesci a distogliere lo sguardo. E ora, in ordine sparso:
ROMA: Roma è una presenza costante. Non sono d’accordo nel dire che è un personaggio. In realtà è qualcosa di più: è una condizione esistenziale. E’ una piovra che ti avviluppa, è una sirena che ti attira e ti delude, è una palude da cui non puoi uscire se non con un atto di volontà potentissimo.
FLAUBERT: Flaubert voleva scrivere un romanzo sul nulla. E’ una frase che si sente molte volte nel film. Questa stessa pellicola sembra costruita sul nulla, e forse era questa l’ambizione di Sorrentino. Forse scrivere sul nulla vuol dire preparare una zolla vuota, lasciare che la vita fluisca da sola contro la volontà dell’autore. Anche qui, nonostante, lo squallore, la disperazione, l’egoismo e l’odio c’è qualcosa che fiorisce, anche contro le intenzioni coscienti dei singoli personaggi.
GOGOL: l’autore delle Anime morte non viene mai nominato, eppure somiglia molto a Jep Gambardella (Toni Servillo). Dopo aver scritto la prima parte delle Anime morte Gogol si trasferisce a Roma e… smette di scrivere. La sua paralisi creativa è totale. Diventa romano, frequenta salotti e si lascia inglobare totalmente da questa città. Fino alla morte. Perché Gogol ha smesso di scrivere? Come nella domanda costantemente rivolta a Jep non c’è una risposta. Secondo alcuni studiosi di letteratura russa la risposta è: perché a Roma aveva trovato il proprio ideale di bellezza. Coincidenza?
SABRINA FERILLI: dopo aver visto questo film tutti dicono: incredibile! Sa recitare. Non sono d’accordo. Sapeva recitare anche prima. Purtroppo per via del suo forte accento ha sempre interpretato personaggi simili, ma personaggi simili possono avere sfumature molto diverse. Sabrina Ferilli è un’attrice. Ora ve ne siete accorti, che posso farci?
MOVIMENTI DI MACCHINA: quello che mi piace di questo film è la tensione continua. Già solo con un movimento di macchina Sorrentino trasforma un inquadratura banale in un momento di estrema tensione. Complice un montaggio sempre sorprendente, è in grado di creare la suspence sul nulla.
IL FINALE: il finale ha il sapore di una ricompensa. Dopo tanto dolore, falsità e oscenità sbattuta in faccia allo spettatore arriva una carezza, ammantata da ciò che costituisce il mistero dell’esistenza. Le parole non sono importanti, quello che conta sono le immagini. Hanno un potere liberatorio. La scena del faro è una delle scene più puramente mistiche che abbia mai visto al cinema.

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2 commenti

  • Cristina
    il 5 giugno 2013 alle 12:54 ha scritto:

    Mi avevano sconsigliato di vedere questo film perchè definito strano.. e che non vale la pena.. Ma dopo aver letto la tua recensione, sempre tesa come tutte le tue recensioni a vedere oltre quella rappresentazione sullo schermo, andrò senz’altro a vederlo per cercare di cogliere almeno una buona parte di tutto ciò che hai saputo percepire.Complimenti.. risvegliare la curiosità non è da tutti. Cristina

  • mauro
    il 5 giugno 2013 alle 12:59 ha scritto:

    Grazie! Fammi sapere cosa ne pensi!

 

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