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scrittura   /   Il Recupero del silenzio in versione Kindle

(sabato, 8 novembre 2014)

Finalmente esce in formato Kindle “Il recupero del silenzio”. Per me questo è un momento molto importante, perché in un momento in cui l’editoria si dibatte per distribuire i libri e le offerte nelle librerie sono così ampie e variegate da lasciare spazio solo ai grandi titoli, la distribuzione elettronica riesce a ritagliarsi qualche nicchia in più. E’ pur vero che nulla può battere la qualità materiale di un libro di carta, con la sua bella copertina semi rigida (e la copertina di questo libro è davvero bella!), ma nel reparto dell’editoria digitale sta accadendo qualcosa. Forse è azzardato parlare di rivoluzione o di pari opportunità per tutti i libri, ma di sicuro si può parlare di pari accesso per tutti. Si può trovare tutto immediatamente, senza sudare e senza attendere troppo. Tutto è disponibile subito nel proprio “device”, sia esso telefono, tablet, computer o lettore con inchiostro elettronico. Non è la stessa cosa, lo ripeto fino allo sfinimento per i bibliofili dei libri “materiali”, l’impaginazione e lo scorrimento del testo non sono sempre ottimali, ma in questi casi il contenuto è più importante della forma. 

Ora veniamo a questo libro. Si può parlare di un progetto personale, nato nell’estate del 2011 e sviluppato nel corso di un anno. Una sorta di conversazione interiore per trovare una forma di pace in questo mondo confuso e rumoroso in cui viviamo, che non cerca risposte, ma non smette mai di fare domande. Per provocare, per spronare, per cercare accordo o opposizione, in un atmosfera intima non solo per chi scrive, ma soprattutto per chi legge. Questo libro è davvero un modo per parlare con me, magari di argomenti per cui avrei davvero difficoltà a parlare ad alta voce. Un libro difficile da definire e da categorizzare: non è un saggio, è autobiografico ma lascia spazio a riflessioni, non è un libro di autoterapia e di sicuro non è un libro di psicologia. Forse il modo migliore per definirlo è come testimonianza, un genere molto prolifico in altre epoche e in altre forme, come ad esempio nel genere epistolare. “Difficile est propria communia dicere”, scriveva Orazio, e in fondo si può dire che quanto più un libro sembra semplice e scorrevole, soprattutto nel parlare di se stessi, più grande è stato il lavoro per limare, smussare tagliare e rendere comprensibile agli altri quello che molto spesso è difficilmente comunicabile anche a se stessi

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un commento

  • CRISTINA
    il 13 novembre 2014 alle 15:51 ha scritto:

    Finalmente riuscirò a leggere questo libro di cui ho sentito tanto parlare da alcuni amici che hanno avuto la fortuna di leggerlo e soprattutto di trovarlo. Visto che nelle librerie è introvabile. Lo leggerò e ti riscriverò senz’altro. Cristina

 

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