Questo sito è dedicato allo sviluppo e alla pratica della scrittura creativa in tutte le sue forme e comprende l’analisi critica di vari mezzi espressivi, dalla narrativa alla musica, dal cinema al teatro, passando per altre forme che fin troppo spesso sono considerate minori: la televisione e il fumetto.

scrittura   /   Laboratorio di scrittura, considerazioni di fine anno

(venerdì, 8 giugno 2012)

In un altro articolo avevo già parlato del laboratorio di scrittura che ho condotto quest’anno, tra difficoltà e soddisfazioni, quelle che dovrebbero essere all’essenza di ogni viaggio e di ogni percorso, sia fisico che spirituale. Scrivere a volte è davvero un percorso fisico, come l’arrancare di un penna su un foglio di carta che non sembra avere fine, come i piccoli passetti tracciati su una tastiera da dita veloci. Per quello che mi riguarda, ho guadagnato tantissimo da questo laboratorio di scrittura. Non in termini monetari, perché per scelta e per convinzione quest’anno ho tenuto un corso gratuito, ma di certo in termini di apprendimento e di consapevolezza. Se adesso dovessi ricominciare da capo, farei scelte completamente diverse, imposterei il mio laboratorio in maniera del tutto differente. Per esempio l’ultimo giorno abbiamo fatto un esercitazione in classe, una cosa in cui non credevo più di tanto perché normalmente si pensa che si debba scrivere in casa. Invece devo ammettere che questa esperienza è stata molto utile, visto che in appena quaranti minuti sono stati prodotti dei testi interessanti, pur nella loro imperfezione e nella loro mancanza di finitezza. Esercizi di questo genere inoltre dimostrano, al di là delle parole, che non è necessario aspettare che arrivi il “momento giusto” per scrivere. Non bisogna cioè aspettare l’ispirazione, l’umore adatto, la congiunzione astrale favorevole o chissà quale altra cosa che sia all’esterno di noi. E’ sufficiente mettersi giù e iniziare a infilare parole, una dietro l’altra. Questa è la più grande verità che si possa apprendere da un qualunque laboratorio di scrittura creativa. Infilare parole è un affare difficile, complicato, che richiede un lavoro intenso da entrambi gli emisferi cerebrali. Allo stesso tempo è un lavoro emozionante e liberatorio, e se si trova il coraggio di abbandonarsi ad esso allora si può davvero trovare la gioia di scrivere.

Quest’anno ho avuto degli ospiti molto graditi, che hanno portato una grandissima ricchezza a un’esperienza molto preziosa. Terrei a ringraziare ciascuna delle persone che ho invitato.

La prima ad aprire le danze è stata Daniela Ariano, scrittrice, drammaturga e teatrante a 360 gradi (amo molto le persone che in ambito teatrale si impegnano in ogni aspetto della produzione, senza timore di sporcarsi le mani). Questo è stato un incontro molto particolare, perché Daniela ha portato con sé la “valigia della scrittrice”, condividendo tesori, esperienze, aneddoti veri dalla vita gioiosa e disgraziata di chi fa concretamente drammaturgia.

Subito dopo abbiamo avuto Melania Fiore, scrittrice e interprete di grandissima sensibilità. La cosa più interessante di questo secondo incontro è stata la fusione tra scrittura e recitazione, in cui il lavoro dell’attore diventa una specie di completamento naturale di quello che è stato messo su carta. Un incontro emozionante che gli allievi hanno trovato molto coinvolgente.

Una volta scelto il progetto da portare avanti (un racconto sul tema della perdita), ho invitato il parroco della struttura che mi ha ospitato (San Frumenzio), don Gianpiero Palmieri, che ha tenuto un’affascinante incontro/lezione sul testo che per eccellenza affronta il tema della perdita: il libro di Giobbe. Credo che sia stato importante vedere da vicino un testo che tutti credono di conoscere, ma che ha delle peculiarità compositive tutt’altro che scontate.

A chiudere l’anno del laboratorio di scrittura, ho avuto l’onore di avere come ospite Harris Freedman, scrittore, regista e drammaturgo statunitense, che ha parlato della sua molteplice attività tra Roma, New York, Londra e Hollywood. E’ stato straordinario ascoltare la testimonianza di una persona dotata di enorme esperienze e allo stesso tempo animata da un senso di profonda umanità e da un’etica di scrittura ferrea.

Resta da chiedersi: cosa hannno tratto gli allievi del laboratorio da questa esperienza didattica? Gliel’ho chiesto, e qui di seguito potete trovare le loro testimonianze. Rileggendole, mi sono sentito ricchissimo.

- Ho imparato a dosare il fluire torrenziale del verbo. A imprimere un punto piuttosto che fissarlo, e fissarlo, e fissarlo.. — C. S.

- Ho imparato a scrivere meglio e ho avuto modo di confrontarmi con altre persone — A.M.

- Il laboratorio mi è stato molto utile per avere una disciplina, dei binari da seguire per scrivere. Sono finalmente riuscita a scrivere un racconto seguendo le indicazioni: piccola traccia, profilo personaggio e dialogo. — N. A.

- Sento di aver acquisito una maggiore consapevolezza sul significato delle parole che uso parlando e scrivendo. In questo modo sono riuscita a mettere insieme il gruppo dei miei pensieri più caotici. — F.A.

- Ho acquisito nuove tecniche e imparato a notare sfumature diverse nei miei testi. La prima difficoltà è stata scontrarmi con la struttura e la forma: non immaginavo che la scrittura creativa fosse anche un lavoro di struttura! E Mauro è una persona squisita con cui lavorare: è preciso nelle informazioni. Un altro strumento che ho acquisito è la costruzione di un trattamento: molto utile. S.T.

- Il laboratorio mi ha insegnato a parlare in pubblico senza avere paura del giudizio degli altri. Ho imparato ad ascoltarmi mentre leggo, e a correggermi. Adesso scrivo cose più sensate, senza perdermi, cercando di trasmettere le sensazioni dei personaggi. V.B.

Condividi condividi su Del.icio.us condividi su Digg


2 commenti

  • V.V
    il 10 giugno 2012 alle 21:04 ha scritto:

    Il laboratorio mi è stato utile sotto molti punti di vista a cominciare dai semplici errori di struttura, come un periodo troppo lungo in cui si perde di vista il senso della frase, a un aiuto a superare l’emozione di parlare di fronte a un gruppetto di persone. A questo proposito, le approvazioni e i commenti degli altri sulle proprie idee sotto forma di storia, personaggio o monologo, sono state molto utili, incoraggianti e in un certo senso ti davano soddisfazione poichè anche altri approvavano le tue idee e il tuo modo di scrivere.

  • silvia
    il 16 giugno 2012 alle 19:09 ha scritto:

    Bello, e si continua! ;-)

 

RISPONDI


2 + 1 =

ARTICOLI PRECEDENTI

notizie cinema teatro musica scrittura